martedì 20 marzo 2012

Orti urbani e didattici per coltivare...se stessi


Coltivare la terra è un’azione molto antica che ha da sempre accompagnato tutte le attività dell’uomo. Coltivare la terra vuol dire rispettare la natura ed apprezzare i prodotti che essa offre: si impara a rallentare, perché i tempi dell’orto educano all’attesa, alla pazienza e allo stupore nel veder germogliare il seme e nel seguire la maturazione della pianta fino a coglierne il frutto.
In questo particolare momento storico in cui tutti i fondamenti economici sono sottoposti ad un’attenta riflessione, i terreni agricoli non tornano solo ad essere considerati come un bene rifugio, ma essi rappresentano molto di più, un valore legato ad una società sostenibile costruita su scelte consapevoli e piccole azioni concrete anche dei comuni cittadini.
La produzione alimentare ha un forte impatto sull’ambiente ed è necessario scegliere prodotti locali e di stagione, il che equivale ad un’azione in armonia con la natura, rispettando le biodiversità, limitando i trasporti e riducendo di conseguenza l’inquinamento e la produzione di rifiuti.
Imparare a mangiare in modo sano e consapevole e proporre uno sviluppo urbano sostenibile, attraverso la concezione di un’orticoltura moderna, è il fine degli orti didattici e urbani che si stanno moltiplicando in tutto il territorio nazionale.
Alcune scuole e famiglie, ma anche quartieri cittadini, stanno sperimentando la pratica della coltivazione dell’orto come strategia concreta per migliorare la qualità dell’ambiente e creare una società più in armonia con la terra e non solo. I cittadini sensibili al consumo critico incentivano, in tal modo, le coltivazioni in piccoli orti sul balcone valorizzando le pratiche legate alla filiera corta e contribuendo a modificare sostanzialmente gli attuali modelli di consumo di prodotti agro-alimentari. Questi comportamenti virtuosi basati sull’utilizzo di prodotti locali di qualità e legati alla stagionalità, creano anche un nuovo modello di società che può trarre notevoli vantaggi individuali e collettivi affrontando positivamente e concretamente i gravi problemi ambientali globali.
Chi partecipa a questi progetti mette un atto un percorso educativo e sociale basato sull’acquisizione di nuove pratiche di agricoltura urbana, una maggiore conoscenza dell’ambiente, e soprattutto aumenta la socializzazione degli abitanti del quartiere, o gli alunni di una scuola, favorendone la condivisione e la creazione di nuove forme di cooperazione sociale.
Coltivare la terra, curare un orto, può anche contribuire ad ottenere un beneficio a livello psico-fisico, effetti positivi terapeutici per tutti coloro che soffrono di disagi psichici, per rafforzare la propria autostima ed aumentare le capacità di relazionarsi con gli altri.
Coltivare un orto cittadino non significa solo imparare le tecniche di coltivazione della terra, ma può costituire un ottimo strumento terapeutico e riabilitativo per coltivare noi stessi. E perché no, tentare di tarsformarla anche in una vera e propria attività professionale.

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