martedì 20 marzo 2012

Orti didattici, orti urbani, orti terapeutici…orti di salute!

Agricivismo, la campagna dentro la città. Piccoli spazi di terreno, per seminare, veder crescere e raccoglierne i frutti

Orti didattici, orti urbani, orti terapeutici…orti di salute!
   Piccoli riquadri di terreno - pubblico o privato - ricavati nei giardini delle scuole, lungo gli argini dei fiumi, in spazi vuoti o sgradevoli e degradati da affidare alla cura di bambini, adulti o anziani per seminare, veder crescere, raccogliere ed infine consumare i frutti del proprio lavoro.
    Qualcuno, appellandosi al concetto di polifunzionalità proprio per sottolinearne il valore a favore della relazione e della qualità ambientale e paesaggistica, li ha definiti "luoghi ideali per intrecciare scambi con la natura, l'ambiente e la comunità"; qualcun altro, invece, parlando di agricoltura urbana e di agricivismo (la campagna dentro la città) ne ha evidenziato l'importanza per sensibilizzare i "cittadini" sulle questioni collegate alla sostenibilità alimentare e ambientale; qualcun altro ancora ha messo in risalto la loro potenzialità terapeutica parlando di garden therapy e di occasione privilegiata per svolgere attività fisica. Altri, invece, hanno mostrato il ruolo fondamentale che possono assumere nella nostra non facile riconciliazione con il saper attendere e nel favorire, altresì, atteggiamenti di cura piuttosto che di sfruttamento nei confronti dell'ambiente naturale.

   Ne ho visti di bellissimi dal punto di vista estetico agli inizi degli anni '80 a Copenhagen, li ho ammirati una decina di anni dopo anche a Bordeaux ed ho molto apprezzato l' effetto di quelli realizzati dai "coltivatori urbani" intorno a l'Avana: il 50% del cibo consumato in quella città proviene proprio da lì.
   Ho letto con interesse il documento elaborato e diffuso dall'Office International du Coin de Terre e des Jardins Familiaux (Organizzazione europea no-profit con sede a Lussemburgo che riunisce oltre 3 milioni di famiglie che si prendono cura di un orto urbano o un giardino familiare) per sollecitare l'inserimento di questi orti e giardini "particolari" nei Piani Urbanistici Comunali.

   In questo atto si afferma infatti che "...i giardini familiari sono un elemento essenziale per la salute fisica e psichica degli uomini e migliorano la qualità della vita di tutti i cittadini.
   Frutta e ortaggi sani coltivati nel proprio giardino, permettono una dieta variata, il contatto con il ciclo di crescita naturale e la creatività del giardinaggio stimolano i sensi. I rapporti personali e la convivialità all'interno del gruppo evitano l'isolamento."
   E, a proposito di dieta, mi piace ricordare come anche il Journal of American Dietetic Association, nel numero di marzo 2010, includa una review sui potenziali effetti benefici dei Farmer Markets e dei Community Gardens sugli introiti di alimenti vegetali (frutta e verdura) negli USA, soprattutto nei soggetti più fragili (anziani e persone con svantaggio sociale).
   Un ambito di indagine che potrebbe rivelarsi di grande interesse anche per i dietisti italiani considerato che anche nel nostro Paese la passione per la cura del verde comincia a crescere, coinvolgendo oramai 4 persone su 10 (soprattutto over 65 ma non mancano nemmeno i giovani) e sono sempre più numerose le Amministrazioni Comunali che mettono a disposizione di chi ne faccia richiesta piccoli appezzamenti di terreno da coltivare.
Tratto da: http://www.andid.it/ di Stefania Vezzosi

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