venerdì 9 marzo 2012

RESILIENZA

Transizione: Resilienza contro la Crisi !!




Domanda: Da cosa dipende il progresso, la suddivisione e specializzazione del lavoro che ci ha portato fino a qui?
Risposta: Dal denaro. La merce più scambiabile, che ha fatto passare l'uomo dal baratto allo scambio complesso di beni e servizi. Allontanando l'uomo dalla terra con successive rivoluzioni verso l'industria, il terziario ed ora il terziario avanzato si è creato un sistema nel quale l'uomo è sempre più vulnerabile da emergenze esterne.
Domanda: Cosa succede se il sistema basato sul denaro a debito va in crisi ?
Risposta: L'uomo torna alle origini, ai bisogni primari, al cibo ed al baratto di beni e servizi.
Domanda: Ma se muore il denaro, cosa ci può servire per vivere?
Risposta: Resilienza e Autarchia.
(Dal sito http://ioelatransizione.wordpress.com/)
La resilienza è la capacità di un certo sistema, di una certa specie, di una certa organizzazione di adattarsi ai cambiamenti, anche traumatici, che provengono dall’esterno senza degenerare, una sorta di flessibilità rispetto alle sollecitazioni.
La società industrializzata è caratterizzata da un bassissimo livello di resilienza. Viviamo tutti un costante stato di dipendenza da sistemi e organizzazioni dei quali non abbiamo alcun controllo. Nelle nostre città consumiamo gas, cibo, prodotti che percorrono migliaia di chilometri per raggiungerci, con catene di produzione e distribuzione estremamente lunghe, complesse e delicate. Il tutto è reso possibile dall’abbondanza di petrolio a basso prezzo che rende semplice avere energia ovunque e spostare enormi quantità di merci da una parte all’altra del pianeta.
È facile scorgere l’estrema fragilità di questo assetto, basta chiudere il rubinetto del carburante e la nostra intera civiltà si paralizza. Questa non è resilienza.
I progetti di Transizione mirano invece a creare comunità libere dalla dipendenza dal petrolio e fortemente resilienti attraverso la ripianificazione energetica e la rilocalizzazione delle risorse di base della comunità (produzione del cibo, dei beni e dei servizi fondamentali).
Lo fa con proposte e progetti incredibilmente pratici, fattivi e basati sul buon senso. Prevedono processi governati dal basso e la costruzione di una rete sociale e solidale molto forte tra gli abitanti delle comunità. La dimensione locale non preclude però l’esistenza di altri livelli di relazione, scambio e mercato regionale, nazionale, internazionale e globale.

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